Le cause della dislocazione mandibolare o malocclusione possono essere molteplici, ma le più frequenti sono i precontatti, ossia quando nel momento del contatto occlusale una o più cuspidi toccano, prima delle altre, le superfici del dente antagonista.
Comparso il precontatto, il sistema neuromuscolare, per evitarlo, programma nuovi schemi motori e trova una posizione occlusale ; nuova attraverso il riflesso di evitamento che genera una nuova posizione mandibolare abituale patologica.
Questo riflesso implica un maggior dispendio di energia e maggior sofferenza muscolare per mantenere la nuova postura patologica e poco ergonomica.
Se l’arcata dentaria mandibolare non combacia perfettamente con quella del mascellare, ma è più indietro, più avanti o spostata lateralmente anche di poco, stringendo i denti alcuni di questi muscoli sono sempre tesi (ipertonia) ed altri sempre rilasciati (ipotonici).
Questo squilibrio tra le loro tensioni è un grave problema, anche perché lo stringimento dei denti avviene di continuo durante la deglutizione.
La terapia ortodontica, cioè la terapia per correggere le malocclusioni, si attua con apparecchi ortodontici di tipo fisso e mobile.
Gli apparecchi di tipo mobili così detti perché possono essere rimossi dal cavo orale per la loro pulizia e durante la masticazione.
Vengono maggiormente utilizzati durante la crescita per sfruttare le naturali forze muscolari della faccia (apparecchi funzionali) o medianti delle forze meccaniche (viti) guidano la crescita delle strutture ossee.
Possono anche essere utilizzati nell’età adulta, soprattutto, con funzioni di mantenimento (contenzione).
Gli apparecchi di tipo fisso così detti perché non possono essere rimossi dal cavo orale, vengono posizionati e cementati in esso dall’ortodontista (dentista che si occupa di ortodonzia).
“Malocclusione” significa che tra l’arcata dentale superiore e quella inferiore esiste un rapporto alterato. In un’occlusione corretta, tutta l’arcata superiore deve essere lievemente più larga per poter ricoprire tutta l’arcata dentale inferiore.
Nel bambino bisogna individuare precocemente (entro i 10-12 anni) un’eventuale malocclusione per poter correggere il problema utilizzando apparecchiature ortodontiche studiate per sfruttare le naturali forze muscolari della faccia.
In questo modo il bambino avrà una crescita corretta ed armonica delle strutture scheletriche, evitando successivi problemi alla respirazione, alla fonetica e alla masticazione.
Quando è terminata la crescita delle ossa è molto più difficile modificare la posizione dei singoli denti e delle due arcate dentali.
Consiglio per i genitori: se il vostro bambino ha una tipologia facciale come nelle figure successive contattate il vostro dentista per una visita ortodontica.
MORSO APERTO: Se il Vostro bambino tiene abitualmente la bocca aperta perché non riesce o riesce con difficoltà ad avvicinare le labbra fra di loro.
SORRISO GENGIVALE: Se il Vostro bambino quando sorride scopre troppo la gengiva dell’arcata superiore.
MORSO IN AVANTI: Se il Vostro bambino ha, oppure ha avuto, l’abitudine di succhiare il pollice. Se ha usato il ciuccio o il biberon oltre il tempo normale.
MORSO COPERTO: Se quando il Vostro bambino sorride e non riuscite a vedere i suoi denti di sotto.
MORSO INVERSO: Se quando il Vostro bambino sorride, gli incisivi inferiori sporgono più in avanti degli incisivi superiori.
L’igiene orale nei bambini che presentano malocclusione deve sempre essere molto più accurata rispetto a quelli con occlusione corretta perché facilmente si accumula placca batterica tra i denti mal posizionati e soprattutto è più difficile da rimuove.
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